La Scacchiera in psicodramma e psicoterapia è una play therapy cinetica di statuine, da muovere sopra una serie di scacchiere. È un gioco senza gruppo che collega lo psicodramma a Jung, Winnicott e al gioco della sabbia della Lowenfeld. Ottavio Rosati porta la Scacchiera in psicodramma e psicoterapia nel 1986 dopo la presentazione dei libri di Moreno in Italia. Il gioco utilizza un vasto repertorio di statuine tratte dal mondo dei comics, del cinema, dell'archeologia. Il paziente realizza scenari emersi dall’inconscio e ristrutturabili con fotografie e veloci piani sequenza fatte da lui stesso. La scacchiera in psicodramma e psicoterapia opera su una base rigida anziché morbida e informe come quella della sabbia.

In comune con lo Psicodramma, la Scacchiera ha il gioco, il contatto e la creazione di immagini. Può essere al servizio di ciò che Jung chiamava “immaginazione attiva”, la tecnica approfondita da Marie Louise von Franz. Chi usa la Scacchiera ha la possibilità di creare una serie di quadri plastici modificabili dopo essere stati fotografati.

Agli inizi il metodo entra come nuovo strumento di incontro tra paziente e terapeuta al di fuori del gruppo.

Il metodo ha suscitato l’interesse di terapeuti di varia formazione che lo applicano, ciascuno a suo modo, nel loro lavoro.

In futuro però, il nuovo metodo farà parte anche di psicodrammi e sociodrammi. I primi saranno Il Piombo e l'Oro del Perdono (2005) e il bibliodramma The struggle of Jacob (2017).

Le più recenti articolazioni della scacchiera vedono l’inserimento creativo e spontaneo della funzione camera e video dei cellulari del paziente.

Clicca qui per l’intervista di Francesco Marzano a Ottavio Rosati apparsa sul tema sul Wall Street International Magazine:

https://wsimag.com/it/scienza-e-tecnologia/63845-intervista-a-ottavio-rosati

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